I Nostri Strumenti

Hero’s Club è il luogo in cui antiche arti e allenamenti si incontrano per forgiare corpo e mente. Sotto la guida di Gianluca, ogni lezione diventa un viaggio attraverso strumenti e tecniche provenienti da culture millenarie: dalla Shena alla Gada, dai Persian Meels agli Indian Clubs, con l’obiettivo di sviluppare forza funzionale, coordinazione e consapevolezza. Non è solo allenamento: è un percorso di disciplina, rispetto e crescita interiore, dove ogni praticante è accompagnato a superare i propri limiti e a scoprire il proprio eroe interiore.

Gada

La Gada è uno degli strumenti più iconici dell’allenamento tradizionale indiano, anticamente utilizzata come arma in battaglia, la Gada non era solo uno strumento di guerra, ma un simbolo di forza, potere e resilienza. 

Nell’iconografia indiana è anche l’arma del dio Hanuman, simbolo di devozione, potere e determinazione. Hanuman  è raffigurato con una Gada in mano, a testimonianza della sua importanza spirituale oltre che fisica. Una Gada è composta da un’asta lunga in bambo o legno , e da una testa il più delle volte sferica in cemento o pietra che crea un peso sbilanciato all’estremità. Il suo impiego pratico risale alle epoche in cui guerrieri e lottatori di Kushti si allenavano per sviluppare forza funzionale, stabilità e resistenza necessarie in combattimento. Non a caso, la Gada è ancora oggi uno degli strumenti centrali nell’ Akhara, la tradizionale palestra indiana dedicata alla lotta. A differenza dei bilancieri o manubri moderni, il carico della Gada è asimmetrico e lontano dal fulcro, il che costringe il corpo a lavorare in catena, sviluppando forza rotazionale, forza funzionale, stabilità articolare, forza nelle prese, mobilità dinamica, resistenza e potenza esplosiva. Ma soprattutto una connessione mente-corpo, in quanto il gesto dello swing richiede concentrazione considerando che la Gada in caduta triplica il suo peso e va ad una velocità di oltre 20 km/h ed i praticanti eseguono centinaia di ripetizioni, trasformandosi in una pratica meditativa in movimento. La Gada non è un semplice peso: è un simbolo, un compagno di disciplina e crescita interiore.

Il Kushti moderno nasce dall’incontro tra le tecniche tradizionali indiane e l’influenza della lotta persiana (Varzesh-e Pahlavani), introdotta in India durante l’epoca Mughal. Questa fusione ha dato origine a un sistema di allenamento completo, che include disciplina, devozione, rigore fisico e morale. Questa disciplina viene praticata nelle Akhara, un luogo sacro dove si pratica , un’arena di terra battuta simile a un dojo, ma impregnata di spiritualità e tradizione. Gli Akhara non sono solo palestre: sono comunità, dove si vive, si mangia, ci si allena e si medita insieme. Il terreno dell’arena, composto da argilla mista a latte, burro chiarificato (ghee) e petali di fiori, viene lavorato quotidianamente con cura rituale, simbolo dell’unione tra uomo e natura. I lottatori, chiamati Pehlwan , si sottopongono a una routine rigorosa che inizia alle prime luci dell’alba con esercizi di forza, respirazione, meditazione e tecniche di lotta. Il cibo è semplice e nutriente, spesso vegetariano, e lo stile di vita sobrio.  Il Kushti ha resistito nei secoli nonostante l’arrivo degli sport da combattimento occidentali. In molte regioni rurali dell’India è ancora la disciplina più rispettata. Oggi, pur confrontandosi con la modernità, questa pratica continua a prosperare anche grazie a campioni che portano avanti la tradizione nei circuiti internazionali di lotta libera.  Allo stesso tempo, il mondo sta riscoprendo gli strumenti tradizionali indiani, come il Gada e i Jori, integrandoli nei programmi moderni di fitness funzionale, mobilità articolare e potenziamento specifico per sport da contatto

Indian Clubs

Sono un attrezzo semplice, con una storia straordinaria, strumenti antichi, evoluti attraverso secoli di pratica, che hanno attraversato culture, oceani e continenti, trasformandosi da attrezzi da combattimento a simbolo di salute, eleganza e preparazione fisica. Durante il periodo coloniale Britannico in India, gli ufficiali Inglesi rimasero affascinati dai metodi di allenamento degli indigeni, che utilizzavano delle grandi clave per fortificarsi, così le adattarono ridimensionandole e le impiegarono per l’allenamento militare. Al loro ritorno in Gran Bretagna, portarono con sé questo strumento, che in breve tempo divenne parte fondamentale dell’educazione fisica militare, della Royal Army; vennero adottati nei programmi scolastici; ed ampliamente utilizzati nelle palestre di pugilato, di scherma ed in altri ambiti sportivi. Nella metà del 1800 raggiunsero una vasta popolarità in molti paesi Europei e negli Stati Uniti, dove nel 1904 presero parte ai primi giochi olimpici moderni. Purtroppo con l’avvento del body building e degli sport di squadra, nella metà del 1900 caddero in disuso. Negli ultimi 20 anni gli Indian Clubs stanno vivendo una rinascita, grazie a professionisti del movimento, atleti, fisioterapisti e appassionati di allenamento funzionale. Il loro utilizzo, è tornato alla ribalta, come pratica eccellente per i benefici che dona, come ad esempio:

Questi strumenti sebbene semplici nella forma, offrono livelli infiniti di profondità, sono accessibili ai principianti, ma sfidano anche gli atleti più esperti. Nel riscoprire gli Indian Clubs, non stiamo solo recuperando un attrezzo, ma un’intera filosofia del corpo. Un corpo che Respira, si Adatta e si Evolve.

Persian Meels

I Persian Meels sono grandi clave di legno, di forma conica, usate da secoli per sviluppare forza, resistenza, disciplina e abilità marziali. Nascono in Persia come strumento per preparare i guerrieri all’uso di armi pesanti, utilizzati nel bagaglio tecnico del Verzesh-e Phalavani ( Lo sport degli eroi) è più di una semplice disciplina fisica: è una tradizione culturale, spirituale e marziale che affonda le sue radici nell’antica Persia. Il termine “Varzesh” significa “allenamento”, mentre “Pahlavani” deriva da Pahlavan, che indica un eroe, un campione di valore e virtù. Non è un caso che in Iran l’atleta ideale sia visto come un esempio morale, oltre che fisico: forte nel corpo, umile nel cuore, saggio nella mente.  Nato come metodo di preparazione per i guerrieri persiani, il Varzesh-e Pahlavani univa tecniche di lotta, esercizi ritmici, uso di strumenti tradizionali e recitazione di versi poetici e spirituali. Era un’arte completa, che forgiava non solo il corpo, ma l’animo.

Il luogo in cui si pratica questa disciplina si chiama Zurkhaneh, che letteralmente significa “Casa della Forza”. All’interno dello Zurkhaneh non si entra solo per diventare forti, ma per coltivare le qualità morali del Pahlavan : generosità, umiltà, rispetto e devozione. L’atmosfera che si crea è quasi rituale. In questo spazio il combattimento incontra la poesia, e il sudore si mescola alla contemplazione. Gli Zurkhaneh (la casa della forza), nascono in un contesto dove la preparazione fisica non era un fine estetico, ma una necessità per la sopravvivenza e un rituale spirituale.  Allenarsi con i Persian Meels significava non solo sviluppare potenza, ma anche equilibrio interiore e controllo mentale.
La pratica consiste in movimenti circolari e oscillazioni ritmiche su più piani, che coinvolgono le spalle, il petto, i muscoli del core e le prese, creando forza tridimensionale, mobilità e coordinazione. I benefici principali che possiamo riscontrare sono nella forza funzionale, stabilità articolare, mobilità delle spalle, equilibrio, postura e condizionamento cardiovascolare. Ogni gesto richiede di essere eseguito ad un ritmo costante, utilizzando una respirazione controllata e presenza mentale, trasformando l’allenamento in meditazione in movimento.  L’atleta non cercava solo potenza, ma armonia tra corpo e spirito. Allenarsi con i Persian  Meels significa entrare in contatto con una tradizione che unisce corpo, mente e spirito, riportando il fitness alle sue radici rituali e consapevoli.

Shena

La Shena, è una tavoletta di legno con due impugnature, rialzata rispetto al pavimento. utilizzata nei sistemi di allenamento all’interno degli Zurkhaneh  la “Casa della Forza”. È uno strumento antico, nato con una funzione chiara: allenare forza, resistenza e disciplina mentale attraverso i piegamenti, ma con un approccio rituale e consapevole. La sua funzione è duplice: permette di eseguire piegamenti in una posizione più ergonomica, proteggendo i polsi e crea instabilità e profondità, stimolando i muscoli stabilizzatori e migliorando la tecnica del movimento.Nonostante la sua semplicità, la Shena è un esempio perfetto di come la funzionalità e la tradizione  possano fondersi in uno strumento che attraversa i secoli. Il termine “Shena” deriva dal persiano che tradotto significa “nuotare” e si riferisce al movimento di spinta verso il basso e verso l’alto, simile al push-up moderno, ma con varianti che coinvolgono l’intero corpo e la respirazione. Allenarsi con la Shena non significa soltanto eseguire dei piegamenti. Ogni movimento è un atto di controllo, concentrazione e respiro.

 I benefici principali sono:

Nel contesto dello Zurkhaneh, la Shena non è solo un attrezzo: è un rito di disciplina e umiltà. Questo esercizio richiama la ciclicità della vita: discendere per potersi rialzare più forti. Gli allenamenti tradizionali prevedono serie lunghe, che possono variare da 50 a 200 piegamenti, eseguiti con ritmo costante, accompagnati dalla respirazione e spesso al suono di tamburi rituali. Perché integrarla oggi? In un’epoca dominata da macchinari e allenamenti frammentati, la Shena rappresenta un ritorno alla semplicità e all’efficacia. È uno strumento che allena non solo i muscoli, ma la mente ed il carattere, riportandoci al concetto di allenamento come disciplina e rituale.